Baby Loss Awareness Day – Giornata mondiale consapevolezza perdita perinatale e infantile.

Baby Loss Awareness Day – Giornata mondiale consapevolezza perdita perinatale e infantile.

Essendo un brand che celebra la maternità non potevamo non parlare della Giornata internazionale per la sensibilizzazione sul lutto prenatale e perinatale.

Un argomento difficile di cui ancora si parla poco ma che negli ultimi anni sta avendo una risonanza sempre più ampia. Per parlavi di questo argomento abbiamo fatto quattro chiacchiere con Sara Baggetta psicologa perinatale.

Raccontaci un po’ di te..

Sono Sara Baggetta, psicologa dello sviluppo e dell’educazione, esperta in psicologia perinatale. Mi occupo di sostegno e supporto alle coppie a cominciare dalla ricerca della gravidanza fino ai primi anni di vita del bambino. Inoltre, mi occupo di benessere e salute mentale materna e genitorialità.  Sono presente come professionista su Instagram dal 2019.

  1. Cosa si intende per lutto prenatale e perinatale?

Quando parliamo di morte prenatale si intende la perdita del bambino durante la gravidanza, quindi pre-nascita, come l’aborto spontaneo o la morte in utero che avviene in un momento avanzato della gravidanza.

Mentre si parla di morte perinatale, quando la perdita del bambino avviene verso la fine della gravidanza, dalla 28esima settimana in poi fino alle prime settimane di vita.

Soprattutto l’aborto spontaneo ha una casistica molto alta, quasi al 15-20% ma spesso non se ne parla perché si verifica entro la 20esima settimana di gestazione. Anche di morte perinatale se ne parla molto poco, ma negli ultimi anni è un argomento che sta venendo sempre più in luce, grazie alla giornata della Baby Loss Awareness Day.

  • Quali sono le fasi che una persona affronta?

Si tratta di un lutto composito in cui la coppia vive la perdita di una persona nata a livello immaginario, ma percepita realmente e scomparsa prima di averla potuta conoscere. La prima fase è quella dello shock emotivo, dovuta a qualcosa di inaspettato che è accaduto, si vive un dolore profondo e pervasivo, tipico di chi vive un lutto in generale. Successivamente si passa al momento della riflessione, in cui si inizia a pensare di aver sbagliato qualcosa, di non aver fatto abbastanza o di non averlo protetto abbastanza. Si vive un vero e proprio fallimento esistenziale della capacità di conservare, proteggere e mettere al mondo una vita. In seguito, è importante cercare di accettare che qualcosa sia cambiato e che deve essere elaborato con il tempo di cui ognuno di noi ha bisogno.  Attraversare il dolore è molto importante, anche se molto difficile ma dobbiamo viverlo e attraversarlo con il giusto supporto sia della famiglia che dei professionisti per poterlo elaborare.

È molto importante dare il giusto spazio di elaborazione di ciò che è accaduto, facilitando l’espressione delle proprie emozioni e sentimenti, evitando di sotterrare quanto accaduto, anche quando apparentemente tutto sembra essere come prima, in realtà no, e c’è il rischio che la sensazione di perdita si manifesti poi successivamente anche in relazione ad altri avvenimenti nella vita.

  • Quali sono le ripercussioni nella coppia?

La difficoltà più grande è ristabilire un’intimità di coppia, soprattutto nei casi di aborto spontaneo precoce molte coppie tendono a riprovare subito, e li si innesca un circolo vizioso dove la coppia inizia ad avere, rapporti più mirati, scanditi, programmati, alla ricerca di una gravidanza. Questo a volte può andare a rompere qualcosa all’interno della coppia, molto importante invece è che affrontino insieme il dolore per la perdita. Spesso si pensa che sia un dolore vissuto soprattutto dalla donna, però anche i papà soffrono, anche se cercano di essere più forti per supportare la mamma.

  • Quanto viene trattato questo argomento in Italia?

L’argomento viene trattato con fatica perché non si riesce ad accostare la parola morte con la parola nascita. Umanamente parlando facciamo fatica a parlare di un bambino piccolo e ad accostare la parola morte. Per questo spesso si innesca un meccanismo di difesa in cui si dice ai genitori: “siete giovani, ne farete subito un altro”. Questa frase spesso è una lama tagliente che non ti permette di vivere il lutto prenatale e perinatale.  Si tratta l’argomento come se fosse qualcosa di superficiale, pensando spesso: non lo conoscevi neanche, non lo avevi nemmeno sentito. Invece, si tratta di un lutto molto forte che spesso non si sa come affrontare e si rischia di sminuire, anche quando si cerca di supportare la coppia spesso avviene l’effetto contrario. Non sempre negli ospedali e nelle strutture i professionisti sono preparati a supportare la donna e la coppia e ad accompagnarli in un momento difficile come questo. Un’associazione che si occupa proprio di questo è CiaoLapo che si impegna nel dare informazioni e formazione ai professionisti, offrendo il giusto supporto alle coppie che vivono questo dolore.

  • Quando provare nuovamente ad avere un figlio?

Non c’è un tempo prestabilito ma credo che sia molto importante riuscire prima ad elaborare il lutto prenatale e perinatale, accettare ciò che è accaduto e attraversare questo periodo. Dare il giusto spazio a questo evento, che comunque rimarrà sempre nella storia della famiglia, un altro figlio non andrà mai a sostituire  il figlio perso. Difatti, elaborare un lutto non significa dimenticare il bambino bensì saperlo situare all’interno della storia familiare, di cui bisogna conservare il ricordo senza doverlo sostituire.

  • Ci sono delle cose che cambiano nelle abitudini delle donne?

Spesso si, specialmente in seguito ad un aborto spontaneo, per chi sta ricercando una nuova gravidanza, e anche per chi sta vivendo una nuova gravidanza c’è molta ansia. Molte cercano di essere più attente soprattutto a livello di sforzi fisici.